“D’azzardo” non è un gioco

Percorso D'azzardo non è un gioco

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Gioco d’azzardo patologico, dipendenze da comportamento, internet, gioco

Un milione e 240mila studenti, di età compresa tra i 14 e i 19 anni, tentano la fortuna con il gioco d’azzardo (Osservatorio “Young Millennials Monitor – Giovani e Gioco d’Azzardo” di Nomisma-Unipol in collaborazione con l’Università di Bologna). Piacciono soprattutto le scommesse e il gioco online, il video-poker, le sale slot, il gratta&vinci. L’inesperienza, il desiderio di sconfiggere la noia, il pensiero di poter avere facili ricompense e gratificazioni economiche immediate, la pressione pubblicitaria che le agenzie di scommesse operano,  la gamification diffusa che permea in modo pervasivo lo sviluppo degli ambienti digitali, sono alcuni dei motivi per i quali gli adolescenti rischiano la dipendenza dal gioco d’azzardo.Un’attività a portata di mano, e in linea generale socialmente accettata,  solitamente associata all’idea di divertimento 

E quando la relazione con questa fonte di piacere ed intimo appagamento diventa una relazione esclusiva, potente e totalizzante? 

Il percorso punta ad analizzare il fenomeno e a ragionare sul tema dello “stare in gioco” riconoscendo segnali di pericolosità o comportamenti problematici

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