Il Paese dei record. L’Italia e il gioco d’azzardo, uno spaccato sul fenomeno

 

L’intervista a Fethi Atakol, referente dell’Area “Attività per la Prevenzione” della Cooperativa Comunità Papa Giovanni XXIII 

 

gioco d'azzardo

 

Intervista e testo di Emanuela Frisoni

 

L’Italia è prima in Europa per somme giocate e numero di slot in rapporto agli abitanti, con una media di una slot ogni 140 abitanti. Il Bel Paese si attesta come la terza economia al mondo per volume di denaro speso nel gioco d’azzardo. 

Record decisamente poco confortanti, che restituiscono lo spaccato di un Paese in preda alla crisi immateriale ed economica che trova nell’elemento “Fortuna” conforto a buona parte dei suoi bisogni e delle sue preoccupazioni. 

L’offerta di gioco aumenta sempre di più e col lockdown si è vista crescere  esponenzialmente la dimensione on-line del fenomeno, con la conseguente aumentata fruizione da parte di giovani e minori, nativi digitali abituati ad accedere al mondo virtuale senza difficoltà. Tra le attività dalle quali i giovanissimi sono maggiormente attratti c’è tutta l’offerta del gambling on-line, fortemente sponsorizzata e di facile accesso, anche per la possibilità di aggirare facilmente il limite della maggiore età imposto invece in presenza. 700 mila sono infatti i minorenni che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno, di cui 70 mila problematici. A rivelarlo sono i dati della prima indagine epidemiologica sul gioco d’azzardo realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità nell’ambito dell’accordo scientifico con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII, a fronte di un fenomeno sempre più dilagante ha da tempo messo in atto una serie di interventi per la presa in carico e la cura di questo disturbo ma anche, in modo sempre più significativo negli anni, sul fronte della prevenzione ed informazione, specialmente rivolta ai giovani e ai giovanissimi. Sull’argomento, di seguito, l’intervista a Fethi Atakol, referente dell’Area “Attività per la Prevenzione” della Cooperativa Comunità Papa Giovanni XXIII.

 

Come tenta la Comunità Papa Giovanni XXIII di rispondere a un fenomeno sempre più in crescita e spesso non percepito come problematico?

La Comunità ha cominciato a formarsi e a trattare le persone che hanno sviluppato una dipendenza da gioco d’azzardo attorno alla fine degli anni ‘90, inizi 2000. Alcuni nostri educatori si sono specializzati attraverso formazioni specifiche, con i pochissimi esperti che erano presenti allora nel panorama italiano. In questi anni diverse persone affette da dipendenza da gioco d’azzardo sono venute a chiedere aiuto nei nostri sportelli d’ascolto, o si sono rivolte direttamente ai nostri operatori o ai nostri gruppi di aiuto per parenti e familiari.

In alcuni casi, abbiamo inserito nelle nostre comunità terapeutiche, in percorsi specifici, giocatori patologici sia “puri”, che avevano la dipendenza patologica esclusivamente da gioco d’azzardo, sia anche con dipendenze correlate come cocaina, alcool o altre. Parallelamente abbiamo collaborato anche con gli enti pubblici, sia con i Comuni e Ser.D, che con le scuole e con le realtà del terzo settore e dell’associazionismo, le parrocchie, facendo vari incontri di prevenzione ed informazione. Questo l’abbiamo fatto negli anni anche con le reti “Slot Mob”, e con la campagna nazionale “Mettiamoci in Gioco” di cui facciamo parte, e aderendo ad altre iniziative sui territori delle regioni in cui siamo presenti. In Veneto, poi, è partita qualche anno fa una collaborazione con un Ser.D nell’ambito della prevenzione, del trattamento, con gruppi di auto aiuto e ascolto che sta portando importanti risultati.

Da 5 anni, inoltre, abbiamo attivato in Emilia Romagna un nostro progetto regionale, finanziato dalla Legge Regionale 14  intitolato “Io gioco senza azzardo”. Rivolto alle scuole e ai gruppi giovanili di sei distretti sanitari della Regione, il progetto intende svelare i meccanismi che si celano dietro al gioco d’azzardo attraverso attività ludiche in luoghi pubblici.  

 

Da circa un anno e mezzo, come Cooperativa Comunità Papa Giovanni XXIII, siamo anche capofila per la Rete G.A.P Rimini, rete di servizi tra enti pubblici e privati del territorio riminese di contrasto al gioco d’azzardo patologico.

 

Com’è nata e quali sono le funzioni della rete GAP Rimini?

 

A seguito della normativa regionale “per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate”, l’Emilia-Romagna si è attivata con servizi e azioni specifiche in merito alla problematica del GAP. 

 

Per il distretto sanitario di Rimini Nord il Comune, in accordo con il Ser.D, ha emanato un’ istruttoria pubblica chiedendo anche al terzo settore di co-progettare insieme. È nata così una rete operativa costituita dalla cooperativa “Centofiori”, la cooperativa “Il Millepiedi”, l’associazione “Alcantara Teatro”, la cooperativa “Il Gesto” e “Parkinson in rete” ODV e noi della Comunità Papa Giovanni XXIII in veste di capofila. 

 

All’interno della Rete ogni ente si occupa di alcuni servizi ed azioni specifiche, ma operando in maniera congiunta e con una visione condivisa. Abbiamo così attivato uno sportello d’ascolto, istituito al di fuori degli ambienti del Ser.D, all’interno della “casa ludica” aperta a Rimini. Qui viene garantito il supporto dal punto di vista psicologico e la consulenza dal punto di vista legale per tutto quello che sono i problemi del sovraindebitamento ed altre necessità attinenti.

La “Rete GAP” opera inoltre su più piani di lavoro: comunicazione e sensibilizzazione. Rispetto alla comunicazione ha attivato dei canali social specifici e prodotto e distribuito materiali informativi cartacei, tra cui un test per autovalutare il proprio comportamento di rischio ed eventuale problematicità o dipendenza rispetto al gioco. A breve, grazie a un accordo col Ser.D e alcuni ambulatori di medicina generale, i nostri materiali informativi verranno diffusi anche lì.

In merito alla sensibilizzazione sono stati organizzati eventi e talk, attività nelle scuole, rivolte direttamente ai più giovani ma anche ai familiari e insegnanti, e azioni di sensibilizzazione anche verso gli adulti e i pensionati, tramite piccoli seminari tenuti nei centri anziani di alcuni comuni del territorio. 

Sempre rivolte ai giovani sono anche nate attività di sensibilizzazione legate alla forma teatrale, portate avanti in modo particolare dall’associazione “Alcantara teatro” e dall’ambito artistico della Comunità Papa Giovanni XXIII che ha prodotto e realizzato per l’occasione la lezione-spettacolo “Gaming Out”.

 

Prevenzione, sensibilizzazione, dunque come punti di forza del progetto. Come si inserisce l’azione della rete GAP nelle attività ordinarie e servizi del Ser.D?

 

Far emergere il sommerso di alcune situazioni di giocatori problematici, ridurre i tempi di avvicinamento ed accesso di queste persone che non si sono mai rivolte ai servizi pubblici, sono uno dei nostri obiettivi principali di questa collaborazione tra pubblico e privato.

 

Va sottolineato che il lavoro di questa rete, risponde a una visione condivisa tra comune, servizi pubblici e terzo settore coinvolto, che si incontra regolarmente in tavoli di lavoro tecnici operativi e, allo stesso tempo, è portato avanti con le competenze e specificità di ogni attore in campo. È un lavoro capillare, fatto anche di azioni ed attività “porta a porta”. A volte, per esempio, per incontrare le categorie dei pensionati si va a cercarli nei loro circoli, nelle loro adunate.

 

La nostra azione poi si estende a tutto il territorio del distretto sanitario di Rimini che comprende Bellaria, Igea Marina e tutta la Valle Marecchia, da Sant’Arcangelo fino a Novafeltria, con tanti attori pubblici e privati coinvolti. 

 

Ritieni che questo possa essere un modello di lavoro e collaborazione pubblico/privato esportabile anche fuori Rimini, o comunque, quali sono le condizioni perché possa svilupparsi in altri territori? 

 

Da un punto di vista operativo, diciamo che questa è un’esperienza non dico unica ma abbastanza rara, nel senso che c’è un rapporto che si è instaurato tra il Comune e il Ser.D riminese di grande collaborazione, grazie anche ad un assessorato sociale portato a favorire la compartecipazione tra pubblico e privato.

 

Sicuramente, un altro elemento di forza della “Rete GAP Rimini” è la condivisione di un’ idea comune rispetto al tema pur nelle specificità e competenze di ognuno di noi.

 

Ultimamente, in linea con la visione comune che ci contraddistingue, la Rete sta cercando di allargare la partecipazione anche ad altri interlocutori e all’associazionismo più piccolo che è interessato a seguire questo tema. Un argomento difficile e sempre più pervasivo e devastante nella vita delle persone e che ha bisogno davvero del contributo di tutti, a fronte di previsioni tutt’altro che rosee per gli interessi economici pubblici e privati in gioco. 

 

Se hai bisogno di aiuto, sul nostro sito trovi informazioni utili ai servizi e una chat di ascolto gestita da psicologi e operatori per indirizzarti nel modo migliore. 

 

Di seguito alcuni dei servizi e dei progetti operativi nel territorio italiano in cui siamo coinvolti. 

 

Rimini 

 “Sportello Fuorigioco”, un servizio di consulenza psicologica e legale per il gioco d’azzardo presso la casa ludica “A good game space”, in via Bramante 10.

Lo sportello di ascolto è attivo tutti i mercoledì dalle ore 15 alle ore 18 e vi si potrà accedere liberamente presso la sede sopra menzionata. Per informazioni o appuntamenti è possibile chiamare il numero telefonico dedicato (324 8036662) o inviare una email all’indirizzo sportellofuorigioco.rn@gmail.com.

 

oppure serD Rimini 

E-mail: infosert.rn@auslromagna.it 

Numero di telefono: 0541 653115

Indirizzo: Via Ovidio 47900 Rimini [Padiglione Ovidio]

 

Lonigo (Vicenza)

 Sportello “ASCOLTAMI”, un servizio di sportello d’ascolto gratuito con educatori ed esperti disponibili ad un confronto e ad un sostegno rispetto dubbi, difficoltà, problemi legati alle dipendenze e ai primi consumi. Lo sportello è disponibile solo su appuntamento tutti i giovedì pomeriggio dalle ore 14:00 alle 18:00 presso edificio Barchesse (adiacente al palazzo municipale) in via Castelgiuncoli, 5.

 Per info e prenotazioni chiamare o scrivere al numero 342747 8654 o alla mail ascoltami@apg23.org.  

 

Info serD Vicenza 

Indirizzo: Contrà Mure San Domenico 4 – 36100 Vicenza

e-mail: serd.vicenza@aulss8.veneto.it

Telefono: 0444 757550

 

Campagna “Mettiamoci in gioco”

E-mail Emilia Romagna: emiliaromagna@mettiamociingioco.org 

Email generale: segreteria@mettiamociingioco.org

Telefono: 06 44230403