(R)esisto dunque sono

progetto per la scuola

secondaria di 1° e 2° grado

in presenza

su tutti i territori

AREA TEMATICA

Laboratorio di teatro sociale per rileggere quanto appena vissuto con la vicenda-Covid alla ricerca di nuovi possibili sguardi

OBIETTIVI

  • Attraverso le tecniche del teatro dell’Oppresso s’intende offrire ai ragazzi un tempo “dedicato” di ascolto e rielaborazione dei loro vissuti e desideri con particolare riferimento al tema della pandemia che ha decisamente condizionato le relazioni sociali, e lo stato emotivo.
  • Riconoscimento dei vissuti, condivisione empatica
  • Ascolto delle emozioni e di un corpo “che dice” tanto di noi
  • Stimolare l’attivazione di meccanismi di lettura da condividere assieme, nell’ottica di cercare possibili piccoli strumenti di trasformazione di fatiche personali e di gruppo vissute.
  • Riflessione sul tema: resilienza e necessità di individuare nuovi punti di forza da cui ripartire.

DESTINATARI

Alunne e alunni delle scuole secondarie di  primo e secondo grado..

TEMPI  E SPAZI

Il lavoro viene svolto all’interno di ogni singola classe ed è presieduto da un operatore, si svolge in quattro incontri di due ore consecutive, per ogni singola classe. Il progetto può essere svolto in aula.

STRUMENTI

Giochi e tecniche del Teatro dell’ Oppresso. E’ un  metodo fondato a metà degli anni ’70  da Augusto Boal  commediografo brasiliano da sempre sensibile ai temi sociali che ha tra i suoi scopi  quello di aiutare lo spettatore a trasformarsi in protagonista  di un azione drammatica, ponendolo nel ruolo di trasformatore di quella realtà.