
Le meravigliose potenzialità del web e degli strumenti hardware e software messi a punto per utilizzarlo sono ormai entrate a far parte del nostro quotidiano . Occorre però prendere coscienza anche dei rischi che a presiedere su questo scambio sia in larga misura il mercato. Mercato che organizza se stesso in funzione dei propri scopi: produrre profitto. Chi pensa allora al benessere delle persone quando ciò che “fa male” (cyberbullismo, sexting, arassment, dipendenza patologica, adescamento…) si manifesta proprio attraverso l’uso delle tecnologie? Il mercato si regola per salvaguardia del benessere dei suoi utenti anche se questo non genera profitto? Se non lo fa, come ci si può autodifendere? Chi può regolare la rete? Possiamo trovare noi regole nel suo utilizzo? Pensiamo che dall’educazione possa scaturire qualche interessante proposta.