I centri di aggregazione sono una risposta concreta all’isolamento sociale dei giovani

Aperti nuovi spazi a cura della Cooperativa Comunità Papa Giovanni XXIII, per i giovani e per le loro famiglie

Centro di aggregazione giovani

Viviamo in un mondo iperconnesso, dove la comunicazione avviene sempre più attraverso schermi e piattaforme digitali. 

La costante necessità di essere online può portare a una diminuzione delle interazioni faccia a faccia, fondamentali per lo sviluppo sociale ed emotivo degli adolescenti fino, nei casi più gravi, all’autoisolamento ed all’autoesclusione dalla società. Secondo un’indagine condotta da Save The Children, tre ragazzi su cinque trascorrono il proprio tempo libero al chiuso, spesso impegnati in attività solitarie come i videogiochi, mentre in un altro report di ‘Con i Bambini’ e Demopolis emerge come il 35% dei ragazzi abbiano difficoltà di socializzazione, evidenziando un incremento della timidezza e dello stress tra i coetanei. 

Parallelamente all’aumento delle difficoltà relazionali e dell’isolamento sociale, nel nostro Paese si registra una carenza di spazi fisici dedicati all’aggregazione giovanile. Solo l’1% dei ragazzi italiani avrebbe accesso a tali spazi, con una distribuzione geografica disomogenea: nel nord-est si contano 26,4 utenti ogni mille minori residenti, mentre nel sud continentale appena 2,4. Questa scarsità limita ancora di più le opportunità dei giovani di socializzare in ambienti sicuri e stimolanti, di condividere il proprio tempo con coetanei degli stessi territori e quartieri. 

In questo contesto, come Cooperativa Comunità Papa Giovanni XXIII abbiamo provato ad invertire, in parte, il senso di marcia. Negli ultimi mesi abbiamo lavorato per aprire (o riaprire) nuovi centri di aggregazione giovanile, come Il Kas8, il Campus Hub 360 e Solo Cose Belle, luoghi pensati per i giovani dove poter interagire direttamente, sviluppare competenze sociali e costruire relazioni autentiche. Non dei semplici punti di ritrovo, ma dei veri e propri laboratori di comunità, dove il valore dell’incontro supera quello della connessione virtuale.

In questo senso, uno degli esempi più significativi è il Kas8, un centro giovanile situato nel comune di Bellaria-Igea Marina (Rimini). “L’esigenza di prendere in gestione lo spazio è nata dalla Cooperativa perché, dopo tutti i progetti che si svolgono nelle scuole, non si ha un punto di ritrovo per tutti quei giovani che incontriamo” racconta Cristina Comanducci, responsabile del progetto. “Spesso tra i banchi di scuola emergono bisogni, domande a cui non si ha una risposta immediata. Avere uno spazio con educatori che offrono la possibilità di continuare a frequentarsi, facendo attività insieme e proseguendo l’ascolto, permette di seguire i giovani anche al di fuori dell’ambiente scolastico, in un ambiente informale che rende più facile il dialogo e consolida il rapporto di fiducia.”

La richiesta di uno spazio dedicato era arrivata dagli stessi genitori, che in varie occasioni avevano evidenziato l’importanza di un luogo in cui l’isolamento digitale non fosse al centro, ma piuttosto si promuovessero attività per favorire le relazioni reali. Ad oggi, i ragazzi che frequentano il Kas8 portano con sé i loro cellulari, ma non ne fanno uso. 

 

Aggregazione giovani

 

L’esigenza di uno spazio può arrivare anche dai giovani stessi: è questo il caso del Campus Hub 360 di Comazzo, nel lodigiano, territorio che ha sofferto la mancanza di luoghi di socializzazione, soprattutto a seguito delle numerose chiusure post e durante  pandemia. Qui, qualche mese fa, il sindaco di Comazzo ha convocato i ragazzi del paese per ascoltarne i bisogni. Più di 50 giovani tra i 15 e i 19 anni hanno risposto all’appello, esprimendo il desiderio di avere un punto di ritrovo, ponendo così le basi per il Campus Hub 360. 

La sinergia creatasi tra amministrazione e comunità ha dimostrato quanto sia fondamentale creare alleanze educative per offrire ai giovani spazi sicuri e stimolanti, dove possano crescere e sviluppare le proprie passioni e come l’apertura di nuovi spazi sia un’esigenza concreta, e non un semplice numero.

Nella prima periferia di Rimini, invece, è nato “Solo Cose Belle”, un ulteriore esempio di spazio pensato per accogliere giovani, coinvolgerli in attività creative e dare loro un punto di riferimento stabile. Lo spazio era, anni fa, una scuola materna ma da tempo aveva perso la sua funzione ed era stato chiuso. Ad oggi, l’obiettivo è quello di farlo rivivere attraverso doposcuola e attività ludiche pensate per i più giovani.

Affrontare le sfide poste dall’iperconnessione richiede un impegno collettivo nella creazione e nel sostegno di spazi fisici di aggregazione per i giovani. Questi tre centri di aggregazione giovanile rappresentano un modello concreto di come sia possibile ridare vita ai territori, soprattutto quelli più periferici o marginali, attraverso luoghi di incontro e partecipazione. Il Kas8, il Campus Hub 360 e Solo Cose Belle dimostrano ogni giorno che è possibile costruire legami autentici, creare opportunità di crescita e rendere più vivi i nostri quartieri. Perché la comunità non è solo un concetto astratto, ma un’esperienza quotidiana fatta di luoghi, relazioni e persone.

 

di Sara Tonini