26 giugno, la Comunità celebra la Giornata Mondiale contro la droga

 

26-giugno-Festa-Interdipendenza

 

Tante testimonianze, interventi e arte per dire insieme ‘Sì alla vita, No alla droga’

Neanche la pioggia ha fermato un momento tanto sentito. Così come le difficoltà e le dipendenze non devono fermare la voglia di rinascita.

Il 26 giugno scorso, in occasione della Giornata Mondiale contro la droga, si è tenuta la Festa dell’Interdipendenza; non solo un momento di condivisione di testimonianze ed interventi, ma anche una vera e propria festa con musica, testimonianze e un combattuto calcetto finale. 

 

Un evento di Comunità

 

L’occasione ha richiamato buona parte delle strutture terapeutiche della Cooperativa Comunità Papa Giovanni XXIII ma anche tanti amici, familiari, gruppi giovani, istituzioni e simpatizzanti che si sono ritrovati a Rimini, al Campo Don Pippo, un “angolo di terra” e parco ad accesso libero nella prima periferia riminese.

 

Un totale di circa 300 presenze a ricordare che “solo insieme ci si salva”, come era solito sottolineare il nostro fondatore Don Oreste Benzi, che nell’Incontro e nella condivisione comunitaria ha visto la strada non solo per uscire dalle dipendenze ma anche per vivere una vita a pieno.

 

Testimonianze ed interventi in occasione della Giornata Mondiale contro la droga

 

    “Ci riguarda” E’ lo slogan scelto dalla Comunità Papa Giovanni XXIII per l’iniziativa, l’occasione a fronte del  problema “dipendenza” per ribadire quanto sia importante tenere acceso l’interesse, non  sottostimare i rischi e unire idee ed esperienze da parte di tutti. 

 

L’evento è stato aperto ricordando l’aumento del consumo di sostanze da parte dei giovani tra i 15  e i 19 anni (puoi approfondire la questione qui) e sottolineando come il problema droghe sia tutt’altro che marginale. Numerosi poi gli ospiti che si sono susseguiti portando saluti e preziose testimonianze sul palco. 

 

Il primo a intervenire è stato Matteo Fadda, Responsabile Generale dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha sottolineato come in occasione della Festa dell’Interdipendenza “non festeggiamo la lotta contro la droga, ma siamo qui soprattutto per dirci che è più importante il legame che costruiamo tra di noi”.

 

È poi salita sul palco una coppia di genitori che ha raccontato i momenti difficili attraversati per affidare la loro figlia a una struttura terapeutica, ringraziando la comunità per essere diventata una seconda famiglia

 

Momenti di musica e arte, come l’arteterapia della CT di San Giovanni e una performance rap, hanno emozionato i presenti, mostrando come queste attività possano fungere da valvola di sfogo e occasione per entrare in contatto con la propria interiorità.

Festa-Interdipendenza-26-giugno

Sempre emozionante la lettura delle poesie  scritte dalle persone ospiti delle strutture terapeutiche della Comunità Papa Giovanni XXIII sparse in Italia e nel mondo, nell’ambito del Concorso PrimaVera poesia. 

Per l’occasione sono stati decretati i nomi dei vincitori con annesse premiazioni.

 

Tra gli ospiti, la dottoressa Olimpia Abbate, questore di Rimini, ha invitato “ognuno di noi ad essere sentinella dell’altro”. Don Maurizio Fabbri, vicario del vescovo di Rimini, ha sottolineato che “ogni esperienza, anche la più faticosa, può essere un’esperienza di rinascita”

 

Sono seguiti poi i saluti del Direttore del SerD di Rimini Teo Vignoli e degli Assessori Francesca Mattei e Kristian Gianfreda e tante altre testimonianze intervallate dalla musica dei “Mamma rientro presto”, band composta da persone che hanno terminato il loro percorso terapeutico e hanno trovato nella musica una compagna fidata.

 

“Ero un ragazzo molto insoddisfatto, ho sempre avuto questo rumore di sottofondo, di insoddisfazione” ha raccontato Daniele, bassista del gruppo che da quattro anni ha finito il suo percorso. “Ho realizzato che dovevo cambiare vita dopo l’incontro con il sacerdote del carcere dove stavo, da lì mi si è accesa una lampadina”. Dopo di lui interviene Massimo, cantante della band, che aggiunge “ho sentito dire da tanti ragazzi: sono in comunità perché voglio una vita nuova. Ragazzi, è ora di fare cose nuove, per una vita nuova! Questo è il mio augurio per voi”.