IL RECUPERO INTEGRALE DELLA PERSONA CON DIPENDENZA PATOLOGICA: L’ESPERIENZA DELLE COMUNITÀ TERAPEUTICHE

Dal 13 al 17 marzo si tiene a Vienna l’appuntamento annuale della CND (Commission on Narcotic Drugs). Le comunità terapeutiche della Comunità Papa Giovanni XXIII fanno parte di Comunitalia, che è stata invitata a portare un suo intervento durante un Side event organizzato dal Governo Italiano e svoltosi il 13 marzo proprio durante la CND. Ecco la relazione scritta da Meo Barberis, rappresentante della Comunità Papa Giovanni XXIII presso le istituzioni italiane e presso la sede ONU di Vienna nel campo delle dipendenze.

Comunitalia è una rete di Comunità Terapeutiche Italiane che, dagli inizi degli anni settanta, hanno iniziato ad occuparsi di prevenzione, cura, reinserimento sociale e lavorativo delle persone con problemi di dipendenza patologica.

Le Comunità Terapeutiche italiane si sono evolute tenendo delle mutazioni sociali che sono intervenute nel tempo: la diminuzione del livello di percezione della pericolosità del fenomeno e dell’età di primo approccio all’uso di sostanze e il costante aumento dei casi di doppia diagnosi.

Nel rispetto delle peculiarità e delle differenze di ciascuna delle esperienze di comunità vi è certamente un sentire comune, sia dal punto di vista valoriale sia in ciò che concerne le prassi operative e le esperienze maturate sul campo.

Lo sviluppo di una situazione di dipendenza patologica da sostanze o da comportamenti é sempre un tentativo di risposta, sbagliata, a bisogni autentici della persona umana.

La mancata o insufficiente risposta al bisogno di dare senso alla propria vita, di costruire relazioni interpersonali valide, di conferma positiva del valore del proprio esistere costituisce la base sulla quale può svilupparsi la drammatica esperienza della tossicomania, dell’alcolismo e di tutte le altre forme di dipendenza patologica comportamentali (ludopatia, internet dipendenza, etc..).

Il valore aggiunto dell’esperienza del percorso terapeutico in comunità passa attraverso la relazione.

Lo stretto rapporto che si stabilisce tra gli educatori, il singolo individuo ed il gruppo dei pari è un elemento essenziale.

La relazione è la valorizzazione delle diverse individualità che si integrano in un processo di sintesi tra l’identità e l’alterità.

La condizione di dipendenza patologica comporta sempre una grave difficoltà di comunicazione con gli altri.         È una situazione esistenziale nella quale l’individuo non riesce ad apprezzare la bellezza del NOI ma rimane in qualche modo incapsulato nella solitudine, in un IO disperato è angosciante.

Le relazioni umane significative che si instaurano con gli operatori e col gruppo dei pari assumono, in tal senso, un valore fondamentale: aprono la persona a nuovi modi di essere, alla gioia di vivere relazioni umane ricche e autentiche.

La presenza di figure professionali preparate a livello educativo, psicologico, psichiatrico appare sempre più importante in ragione delle problematicità crescenti presentate dagli utenti inseriti. Costituisce necessaria integrazione della fondamentale ricchezza data dalla vita comunitaria.

La stretta collaborazione con i servizi pubblici di competenza e altresì un percorso che si va progressivamente sviluppando in un’ottica di collaborazione fattiva che dovrà progredire ulteriormente con il completo riconoscimento della pari dignità.

Comunitalia ritiene che i due pilastri su cui fondare le politiche di intervento in materia di  dipendenze patologiche sono:

  • La prevenzione, intesa come sviluppo di politiche di benessere integrale della persona dirette a ostacolare l’uso e la diffusione delle sostanze stupefacenti e delle altre forme di dipendenza patologica:
  • La riabilitazione, intesa come percorso di recupero integrale della persona, orientata al superamento della dipendenza patologica, tenendo ovviamente conto della situazione e delle condizioni del singolo individuo.

 

Prevenzione: Comunitalia promuove la prevenzione universale, cioè quella che si rivolge alla generalità della popolazione, nell’ottica di favorire e sviluppare il benessere integrale della persona.

Promuove inoltre forme di prevenzione mirata rivolta a settori della popolazione con fattori di rischio che possano favorire lo sviluppo di forme di dipendenza patologica.

Promuove altresì iniziative di intervento precoce in favore di persone che evidenziano disturbi o comportamenti a rischio di dipendenza patologica.

Riabilitazione: ogni percorso terapeutico e ogni intervento riabilitativo devono essere:

  • centrati sulla persona umana; è necessario individuare e lavorare sulle cause che hanno portato il singolo alla dipendenza.
  • Orientati al reinserimento, sia dal punto di vista lavorativo che dal punto di vista sociale. Lo sviluppo di competenze lavorative e professionali rafforza la dignità e l’autostima della persona ed è condizione indispensabile per un valido reinserimento nella società. Altresì la ricostruzione delle relazioni familiari, amicali e umane nel senso più vasto del termine è fondamentale per il consolidamento degli obiettivi raggiunti.