R-ESISTO DUNQUE SONO

Laboratorio di teatro sociale per rileggere quanto appena vissuto con la vicenda-Covid alla ricerca di nuovi possibili sguardi, realizzato da esperti formati presso la rete «Giollicoop».

Cooperativa Giolli attinge al metodo Boal (Teatro dell’Oppresso), ma lo coniuga con la nonviolenza specifica, con il pensiero di Freire, con l’Approccio di Comunità e altro ancora. Benchè sia impreciso parlare di un “metodo Boal”, in quanto esistono vari stili in ragione delle personalità che lo praticano e della loro cultura, il teatro dell’oppresso viene definito da Boal come un metodo teatrale, ai confini tra teatro, politica, educazione, azione sociale e terapia.

In quanto metodo prevede:

– delle tecniche

– delle fasi di lavoro

– delle attenzioni alla conduzione del gruppo, all’osservazione, alle relazioni e ai processi

– un processo di ricerca.

E’ molto importante non confondere il metodo con le tecniche specifiche; si fa TdO se si segue un processo di ricerca/liberazione dalle oppressioni e violenze.

OBIETTIVI

  • Attraverso le tecniche del teatro dell’Oppresso s’intende offrire ai ragazzi un tempo “dedicato” di ascolto e rielaborazione dei loro vissuti e desideri con particolare riferimento al tema della pandemia che ha decisamente condizionato le relazioni sociali, e lo stato emotivo.
  • Riconoscimento dei vissuti, condivisione empatica
  • Ascolto delle emozioni e di un corpo “che dice” tanto di noi
  • Stimolare l’attivazione di meccanismi di lettura da condividere assieme, nell’ottica di cercare possibili piccoli strumenti di trasformazione di fatiche personali e di gruppo vissute.
  • Riflessione sul tema: resilienza e necessità di individuare nuovi punti di forza da cui ripartire.

TEMPI E SPAZI

Il lavoro viene svolto all’interno di ogni singola classe ed è presieduto da un operatore, si svolge in quattro incontri di due ore consecutive, per ogni singola classe. Il progetto può essere svolto in aula.

INFORMAZIONI

Giochi e tecniche del Teatro dell’ Oppresso. E’ un  metodo fondato a metà degli anni ’70  da Augusto Boal  commediografo brasiliano da sempre sensibile ai temi sociali che ha tra i suoi scopi  quello di aiutare lo spettatore a trasformarsi in protagonista  di un azione drammatica, ponendolo nel ruolo di trasformatore di quella realtà.